Si faranno molti passi avanti nella lotta al body shaming e nella lotta al sessismo, quando avremo tra le variabili da considerare, prescinderemo da quella relativa al sesso (del tutto inutile a qualificare meriti e demeriti).
Sarà un mondo migliore quando saranno aboliti tutti i discorsi che mirano a stabilire – generalizzando – peculiarità, superiorità o inferiorità, o varie meraviglie quando, per esempio, un uomo dimostra di saper cucinare bene (attività che lo stereotipo attribuisce alla donna) o una donna se la cava ottimamente al volante (ahimé si porta ancora dire donna al volante …).
Vi invito a riflettere sul fatto che Sergio Marchionne, Steve Jobs e Mark Zuckerberg sono (stati) tre top manager che hanno fatto dell’uniformità del look un must, e per questo considerati anche top nella comunicazione per il messaggio lanciato sotteso al loro modo di vestirsi (quindi senza che ciò possa creare scandalo, né satira né ironia, e ci mancherebbe).
Per lo stesso motivo, una giornalista preparata come Giovanna Botteri è stata bersagliata di sfottò di insulti e minacce.
Finché questa differenza di valutazione sarà nei nostri occhi, e dinanzi ai nostri occhi, rimarremo ancorati su posizioni arretrate, che sminuiranno le donne nei vari posti di potere con la cultura dell’apparenza e del sospetto, in base alle quali l’apparenza prevale sulla sostanza e quindi sul merito, con la conseguenza che si immagina che una donna che arriva a un posto di potere debba per forza aver usato mezzi e mezzucci.