Stamattina ho preso parte al webinar sui temi dell’emergenza e dello stato di diritto. Abbiamo accorciato le distanze imposte dal confinamento, auspicando che anche in tempi normali i convegni in digitale possano colmare distanze altrimenti difficilmente colmabili. Qui trovate il mio intervento, ma volendo potete ascoltare tutta la sessione.

In sintesi, ho evidenziato come la pandemia sta accentuando le diseguaglianze, per cui chi è ricco può attendere che il confinamento termini a differenza di chi è povero (concetto evidenziato anche dal Prof. Luciani nella sessione di ieri).
La diseguaglianza, tuttavia, non è solo in costanza di pandemia, ma si proporrà anche al ritorno a una vita meno confinata. Che succederà se Immuni mi dirà che ho incontrato un soggetto positivo al Covid-19? Dovrò applicare il principio precauzionale e chiudermi in casa? Ho titolo per chiedere un periodo di malattia?
Soprattutto, cosa può succedermi se non vorrò, o potrò, scaricare Immuni?
«L'uomo di vetro è l'immagine che vuole descrivere un cittadino che, non avendo nulla da nascondere, ben può rivelare ogni dettaglio della sua vita, rendersi visibile attraverso la vera e totale descrizione di quello che è. La verità, così intesa, diventa una continua cessione di sé agli altri (...). L'obbligo della verità totale, la trasparenza assoluta nei confronti dello Stato innescano un meccanismo per cui, tutte le volte che si rivendica un pur minimo brandello di dignità assistita dalla riservatezza, il buon cittadino non è più tale perché ha qualcosa che vuol celare e così è diventato cattivo cittadino, legittima l'esercizio di qualunque potere nei suoi confronti
» (S. Rodotà – Il diritto di avere diritti, 2013, Laterza, pp. 222-223)
Condivido i timori di Erri De Luca consegnati stamattina al Mattino: la bomba sociale può esplodere. È auspicabile che il decisore politico intervenga, per affermare il principio di uguaglianza sostanziale.
